Gli Arditi del popolo

| Piazzale Inzani 2

Un teschio col pugnale tra i denti, un simbolo molto diffuso nell’Italia dell’immediato dopoguerra che molti si appuntavano al petto, in spregio alla morte che in tanti avevano guardato in faccia nelle trincee della grande carneficina europea. Ma quello con gli occhi rossi era solo sul petto degli Arditi del popolo, l’associazione che Argo Secondari – anarchico ed ex combattente – aveva fondato a Roma nel giugno 1921 per proteggere e proteggersi dalla violenza fascista tollerata dallo Stato, per ribattere colpo su colpo alle aggressioni in camicia nera.

Per farne parte bisognava giurare di «combattere fino al sacrificio» di se stessi e di considerare «nulla» la propria vita nei confronti dei benefici che la lotta avrebbe potuto portare all’umanità. Uno sguardo alto, un sentire fiero che, anche a Parma, infiammò molti cuori e spinse altrettanti uomini ad armarsi.

Nei borghi popolari, infatti, Guido Picelli non aveva faticato molto per convincere centinaia di uomini: operai, braccianti e lavoratori a giornata che avevano alle spalle l’esperienza della guerra o che, più giovani, si erano temprati nelle aspre lotte del Biennio rosso 1919-1920. Non aveva faticato per convincerli perché le pratiche di azione diretta degli Arditi, il loro controllare i quartieri popolari con ronde, marce notturne ed esercitazioni militari, il loro scontrarsi armi in pugno coi fascisti erano in piena sintonia con quel ribellismo che tante volte si era manifestato in Oltretorrente e nel rione Naviglio.

Fotografie e documenti

Già nell’estate 1921, dunque, anche a Parma le squadre di Arditi si suddivisero per zone, si inquadrarono militarmente e diedero forma a una sorta di contropotere rispetto alle istituzioni regie a cui aderirono uomini di idee politiche diverse, uniti dalla convinzione che per battere il fascismo non ci si potesse affidare alle autorità monarchiche, ma bisognasse autorganizzarsi e affrontarlo militarmente.

Esattamente ciò che gli Arditi del popolo fecero in città nell’agosto 1922. Vincendo.

Per saperne di più...

Picelli Guido, La mia divisa. Scritti e discorsi politici, a cura di William Gambetta, Bfs, Pisa 2021.

Staid Andrea, Gli Arditi del popolo. La prima lotta armata al fascismo (1921-22), Milieu, Milano 2015.

Gambetta William, L’esercito proletario di Guido Picelli (1921-1922), in «Storia e documenti», n. 7, 2002, pp. 23-46.

Francescangeli Eros, Arditi del Popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922), Odradek, Roma 2000.

Rossi Marco, Arditi, non gendarmi! Dall’arditismo di guerra agli Arditi del Popolo 1917-1922, Bfs, Pisa 2011 (I ed. 1997).