Hotel Croce Bianca: il comando di Balbo

| Via Garibaldi 1

Italo Balbo giunse a Parma all’alba del 4 agosto 1922. Aveva 26 anni, proveniva dagli ambienti mazziniani, era stato interventista e volontario in guerra, combattente nei reparti d’assalto e poi fascista. In quel momento era il ras di Ferrara e, senz’altro, uno gli esponenti più importanti dello squadrismo agrario della Valle padana.

Venne inviato in città dalla direzione del Partito fascista per superare l’impasse in cui si era presto trovata la caotica spedizione di migliaia di camicie nere che, tra il 1° e il 3 agosto, erano arrivate a dar man forte ai camerati parmigiani per soffocare anche a Parma lo sciopero legalitario, come disposto dall’ultimatum mussoliniano.

Molte squadre erano giunte dalla provincia, ad esempio quelle di Alcide Aimi da Busseto o di Remo Ranieri da Fidenza, ma molte di più provenivano da altre zone, come Mantova, Cremona, Reggio Emilia, Modena, Piacenza e anche da più lontano. Secondo le fonti dell’epoca giunsero 7 o 8 mila camicie nere, ma i fascisti ne dichiararono almeno 10 mila.

Inizialmente, a dirigere la spedizione, il Partito fascista aveva inviato da Roma l’onorevole Michele Terzaghi, avvocato toscano eletto nel 1921 nel collegio Nord Emilia. Non ancora quarantenne, ex socialista e interventista, affiliato alla massoneria, egli era però più adatto a mediare che non a guidare un’azione militare che si preannunciava densa di incognite.

Fotografie e documenti

Oltre a lui, poi, erano giunti anche altri ras ben più influenti, come Antonio Arrivabene e Giuseppe Moschini di Mantova, Roberto Farinacci di Cremona o Ottavio Corgini di Reggio Emilia. Tutte personalità ben poco disponibili a farsi dirigere da altri o a mettere a disposizione disinteressatamente le proprie squadre.

La spedizione si mostrò quindi fin da subito particolarmente caotica e inefficace, tanto che la direzione fascista si rivolse appunto a Balbo che, fissato il suo comando nel prestigioso Hotel Croce bianca in piazza della Steccata,

tentò di risolvere – senza riuscirci – una situazione che rischiava di divenire piuttosto imbarazzante per il fascismo.

La resistenza dei borghi, infatti, non si piegava e il prefetto Federico Fusco non era disponibile a sottostare ai diktat fascisti come accaduto in altre città.

Per saperne di più...

Giuffredi Massimo,  Non bisogna irritare i calabroni, in Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria, a cura di Margherita Becchetti, William Gambetta e Francesca Magri, Grafiche Step, Parma 2022, pp. 53-61.

Balbo Italo, Diario 1922. Le camicie nere alla conquista del potere, a cura di Mimmo Franzinelli, Leg, Gorizia 2022.

Zanardi Martino, I fascisti a Parma nell’agosto 1922, in «Aurea Parma», gennaio-aprile 2021, pp. 91-103.

Giuffredi Massimo, Un regime di notabili. Il potere a Parma durante il fascismo, Bfs, Pisa 2016.

Franzinelli Mimmo, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Mondadori, Milano 2003.