Maria e le altre

| Borgo Tanzi 19

Maria Viola nel 1922 aveva 24 anni, viveva in borgo Tanzi con la sua famiglia e, in quelle afose giornate d’agosto in cui il tempo sospeso della rivolta rendeva ogni cosa possibile, vestiva da uomo e imbracciava un moschetto, atteggiamenti non consueti per le donne del suo tempo. Anche per questo la sua immagine è rimasta impigliata nei ricordi di alcuni testimoni che l’hanno descritta piuttosto decisa a non far entrare i fascisti nel suo quartiere. Di lei, però, non sappiamo molto di più, come delle altre tante donne che, in quei giorni cucinavano per tutti, soccorrevano e curavano i feriti, incoraggiavano i combattenti, nascondevano munizioni sotto la gonna e biglietti nei capelli e attraversavano i ponti, per portarli a «quelli del Naviglio».

Raccontare chi fossero le donne dei borghi popolari, cosa pensassero, cosa abbiano fatto in quei momenti tra trincee e barricate non è facile, perché le donne di allora parlavano poco e scrivevano ancor meno e quindi hanno lasciato dietro di sé tracce troppo flebili.

Tuttavia, se non possiamo vederle chiaramente in azione, se rimangono per lo più invisibili e silenziose dietro l’operato degli uomini, possiamo sapere con certezza cosa quelle giornate d’agosto abbiano rappresentato per alcune di loro, soprattutto per le più giovani, come Maria o Ada Nicolini, una ragazza di 20 anni nella cui casa in via d’Azeglio, nella primavera 1923, fu rinvenuto dalla polizia un volantino manoscritto e poi da lei stessa battuto a macchina con inchiostro rosso.

Fotografie e documenti

Si trattava di un testo denso di entusiasmo che raccontava di una riunione avvenuta il 1° ottobre 1922 tra alcune donne del quartiere che, dopo la rivolta d’agosto, si erano decise a costituire un circolo comunista femminile, per rivendicare i propri diritti e per ribellarsi «contro coloro che in noi non cercano che l’orgia e il passatempo».

È dunque un testo che ci suggerisce quanto l’esperienza delle barricate debba aver rappresentato per la gente dei borghi, un momento di profonda crescita politica, per gli uomini quanto per le giovani come Ada che, da essa, hanno certamente tratto la voglia di liberarsi dal loro piccolo mondo di ogni giorno, la voglia di seguire l’esempio di altre donne (come la rivoluzionaria tedesca Rosa Luxemburg o l’anarchica francese Louise Michel citate nel volantino), la voglia di affrancarsi dal ruolo subalterno che le consuetudini sociali prevedevano per loro. Insomma la voglia di conoscere la vita e di diventarne protagoniste.

Per saperne di più...

Becchetti Margherita, Ada, Maria e le altre, in Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria, a cura di Margherita Becchetti, William Gambetta e Francesca Magri, Grafiche Step, Parma 2022, pp. 63-69.

Becchetti Margherita, Fuochi oltre il ponte. Rivolte e conflitti sociali a Parma 1868-1915, Mup, Parma 2021 (I ed. DeriveApprodi 2013).

Manotti Brunella, Un universo sommerso. Frammenti di vita di “sovversive” parmensi, in Nella rete del regime. Gli antifascisti parmensi nelle carte della polizia (1922-1943), a cura di Massimo Giuffredi, Carocci, Roma 2004, pp. 136-164.

Gabrielli Patrizia, Fenicotteri in volo. Donne comuniste nel ventennio fascista, Carocci, Roma 1999.

De Luna Giovanni, Donne in oggetto. L’antifascismo nella società italiana 1922-1939, Bollati Boringhieri, Torino 1995.